La comunità straniera più numerosa di Milano – circa 41.000 residenti – proviene per lo più dal nord della capitale delle Filippine, Manila. In maggioranza cattolici, gli immigrati filippini parlano tagalog, ed il loro parlato è un mix di influssi, che risalgono alle molteplici conquiste nei secoli e alle migrazioni interne.
La legge marziale e le persecuzioni nel periodo della presidenza di Ferdinand Marcos portarono molti a lasciare, per la conseguente crisi economica, la propria patria, privilegiando mete come gli Stati Uniti, la Spagna e l’Italia, sia per motivi linguistici che religiosi.
La comunità filippina ha come caratteristica una forte coesione interna basata sulla profonda religiosità, sul senso della famiglia e su un’etica che, in lingua tagalog, si basa sull’utang na loob, nonché “reciprocità” o “debito di gratitudine”: una sorta di imperativo morale che spinge a restituire, maggiorati, i favori ricevuti. I legami familiari sono molto forti: la solidarietà si estende a tutti i parenti, anche i più lontani per grado.
Essendo il luogo di culto un ponte verso la patria lontana, a Milano i filippini si ritrovano soprattutto la domenica, per seguire le funzioni religiose nelle chiese che celebrano in tagalog come Santo Stefano, la basilica di San Lorenzo Maggiore e la chiesa di Santa Maria del Carmine, fulcro per ricostituire una piccola patria, nonché una sorta di centro di accoglienza. La caratteristica dello stare insieme fa sì che vi siano associazioni spesso legate alla regione di provenienza, o in vista di progetti di consapevolezza e coesione sociale, che includono corsi di lingua italiana tra cui e Migrants’ Advocacy for Integration Association (MAIA) la cui fondatrice conduce a Milano una battaglia quotidiana per l’integrazione dei bambini in difficoltà, fornendo corsi di ogni tipo, lingue, musica, danza, tutti condotti da volontari seri e preparati. Tra le feste tradizionali, si segnalano a dicembre il Tim man gavig, la “messa del gallo” e, durante Santa Cruzan, a fine maggio, la festa Flores de maio, ovvero delle ragazze in fiore, al loro debutto nel mondo adulto.