Ai nostri insegnanti e ai nostri curiosi fuoriclasse dedichiamo questa piccola storia su Sant’Ambrogio, per ricordare (e ricordarci) del patrono della nostra città e del perché della festività.
Sant’Ambrogio secondo Claude Vignon – Minneapolis Institute of Arts
Ambrogio nacque nel 330, da famiglia romana, a Treviri in Germania, dove il padre (prefetto del pretorio dell’Impero) aveva la sua residenza. Si narra che un giorno, mentre il piccolo Ambrogio dormiva in una culla nel cortile del pretorio, sopraggiunse all’improvviso uno sciame che si posò sul suo viso con le api che entravano e uscivano dalla sua bocca. Il padre, che passeggiava nelle vicinanze con la madre e la figlia, proibì alla domestica di scacciare gli insetti perché aveva intuito che si trattava di un fatto prodigioso. Poco dopo, le api si alzarono in volo salendo così in alto da scomparire alla vista. Allora il padre esclamò: “Se questo bambino vivrà, diventerà qualcuno di grande”. E così sarebbe stato. Secondo alcuni le api posarono nella bocca di Ambrogio il miele, simbolo del dono dell’eloquenza.
Ambrogio intraprese poi la carriera pubblica e divenne nel 370 governatore delle provincie di Liguria ed Emilia, con sede a Milano. Da buon governatore, cercò che fossero evitati i disordini spesso provocati dalle tumultuose elezioni ecclesiastiche. Infatti, la città era in preda alle lotte tra due fazioni: i cattolici ortodossi e gli ariani. Ciascuna fazione voleva eleggere un vescovo che la rappresentasse; fu allora necessario l’intervento di Ambrogio per mantenere l’ordine. Si recò nella Basilica centrale e parlò ai fedeli in modo così convincente che dall’assemblea si alzò un grido di un ragazzo: “Ambrogio Vescovo!”. I presenti dentro di loro si chiesero come non mai non ci avevano pensato prima: egli invece, che non era neppure battezzato, sorpreso e spaventato, si rifugiò nel suo palazzo.
Si narra che, per sfuggire all’elezione, aspettò la notte e scappò da Milano sulla groppa della sua fedele mula Betta, alla quale diede l’ordine di andare a Pavia. Ma la mula non era del tutto d’accordo di essere disturbata a quell’ora della notte: si infilò in un bosco e continuò a camminare in tondo. Al mattino seguente Ambrogio non fece in tempo ad accorgersi di essere ritornato a Milano per colpa della mula che la folla lo riconobbe e lo riportò in festa alla basilica. Nel bosco dove ritrovarono
Ambrogio sorge oggi la chiesa di S. Ambrogio ad Nemus (cioè nel bosco), oggi in piena città nella zona nord di Milano.
Ambrogio non si diede per vinto e tentò una seconda fuga. Fece ferrare la mula con i ferri al contrario per far credere di essere andato nella direzione opposta. La mula non fu per niente contenta dello stratagemma e ad un certo punto della strada che portava a Magenta non ne volle più sapere di proseguire. Si fermò nel bel mezzo di un paesino così piccolo che non aveva neppure un nome. Ambrogio scese e arrivò a sfidarla a una gara di corsa, dicendole “corr, corr Betta!”. Gli abitanti incuriositi nel vedere un uomo che di prima mattina parlava con una mula accorsero e ben presto riconobbero Ambrogio, che fu riportato di nuovo a Milano in festa. Da quel giorno gli abitanti del luogo per ricordare la strana visita di un uomo così importante chiamarono il loro paese Corbetta.
Così il 30 novembre 374 Ambrogio fu battezzato, nella settimana seguente ricevette gli ordini, il 7 dicembre era consacrato vescovo. Il giorno della sua nomina a vescovo è la data in cui si celebra Sant’Ambrogio, patrono di Milano.
Cosa fare quindi il 7 dicembre?
Si può visitare il Museo d’Arte Antica, che conserva il gonfalone della città di Milano con rappresentato proprio Sant’Ambrogio, o visitare la Basilica di Sant’Ambrogio, che ne conserva ancora la storia e i resti.
Ma per chi ama i dolci e le feste… Sapete cosa si organizza da oltre 500 anni in occasione del giorno di S. Ambrogio? Gli Oh bej! Oh bej! Rappresentano una delle più antiche tradizioni milanesi risalenti al 1500. Il 7 dicembre arrivò a Milano Giannetto da Castiglione, un inviato del papa, il quale tentava di riaccendere la devozione e la fede verso i Santi da parte dei cittadini ambrosiani. Giannetto ebbe il timore di non venire accolto con favore dalla popolazione milanese, la quale non aveva mai manifestato forti simpatie nei confronti del Papa. Decise allora di preparare gran numero di bauli, riempiti con dolciumi e giocattoli. Entrato a Milano iniziò con il suo seguito a distribuirne il contenuto ai bambini milanesi, i quali si erano radunati intorno al corteo insieme a una gran folla di cittadini. Il corteo raggiunse la Basilica di S. Ambrogio attorniato da una folla festante con i bambini che gridavano Oh bej! Oh bej! (che in italiano si traduce in “oh belli! Oh belli!”). Da allora si cominciò a organizzare, nel periodo della festa dedicata ad Ambrogio, una fiera in cui vengono allestite bancarelle di vestiti, vecchi giocattoli e dolci: la fiera degli Oh bej! Oh bej!
La festa fu per 120 anni allestita davanti alla Basilica di Sant’Ambrogio, fino al 2006, quando fu spostata nella zona del Castello Sforzesco (Foro Bonaparte), dove ha sede attualmente.
Auguri per un buon ponte dell’Immacolata a voi e ai vostri studenti!
Un caro saluto,
Miriam & tutto il Team di Milano Fuoriclasse