Situata nel cortile d’onore dell’Accademia di Brera, la statua di Canova fu dedicata a Napoleone, rappresentato come un colossale Marte pacificatore, con il braccio destro che regge un globo dorato, dominato dalla Vittoria alata.
Questa statua ha una storia un po’ curiosa in quanto è spesso definita come “copia”, ma in realtà si tratta di una seconda versione.
Tutto iniziò quando Napoleone chiamò Canova a Parigi nel 1802, per commissionargli una statua colossale, a figura intera, che lo immortalasse.
Canova, accettato l’incarico, rientrò in Italia e iniziò presto a lavorare un blocco di marmo di Carrara, dal quale trasse la statua. Questa fu pronta nel 1806 per essere trasferita a Parigi solo nel 1811.
Con la caduta dell’imperatore però la statua marmorea finì in mano agli Inglesi, ed è ancora oggi visibile a Londra.
Torniamo però in Italia: qui la statua, prima di partire oltralpe, aveva riscosso grande successo, tanto che nel 1807 Eugenio di Beauhrnais (vicerè del Regno italico), commissionò a Canova una replica, questa volta in bronzo.
L’artista creò allora 5 statue in gesso; uno dei 5 calchi in gesso, dopo una serie di vicissitudini, giunse, a Milano dove oggi si trova, all’interno di Brera.
Il bronzo necessario alla realizzazione della statua venne ottenuto fondendo alcuni cannoni di Castel Sant’Angelo, mentre per l’esecuzione furono incaricati Francesco e Luigi Righetti, fonditori romani.
Quando la nuova statua bronzea di Napoleone fu pronta e giunse a Milano, iniziarono i problemi per la collocazione: nell’attesa di una decisione l’opera fu collocata nel salone delle antichità di Brera.
Si dovette attendere Napoleone III perchè il colosso di bronzo, nel 1859, venisse finalmente posizionato dove lo vediamo oggi: nel cortile di Brera.
Nota dolente: nel 1978 la vittoria alata fu rubata, e oggi ne vediamo una copia moderna.