Quante volte passando per la stazione Centrale di ritorno da qualche viaggio o per prendere un treno si passa davanti a questa scultura in Piazza d’Aosta.

Per l’artista Michelangelo Pistoletto la sua mela è “un’opera di interesse comune che significa cambiamento”. In che senso? Secondo le parole dell’artista, la mela è un simbolo che proviene da molto lontano, dalla Bibbia. Con questa scultura Pistoletto vuole rappresentare il passaggio dalla condizione in cui l’uomo era perfettamente integro allo status sempre più artificiale portato dal morso alla mela. Il morso, nella scultura, viene ricucito da un filo di acciaio, materiale moderno che ricorda come la tecnologia può reintegrare (da qui il nome dell’opera) natura e artificio.

Il messaggio che vuole trasmettere Pistoletto è in realtà molto semplice: l’arte è uno dei motori che può portare il cambiamento. In sintesi, l’opera ci suggerisce che la storia umana è al terzo stadio: il primo era il paradiso naturale, il secondo il paradiso artificiale, al quale si è arrivati con il morso della mela. In questo stadio è padrona la devastazione della natura. Adesso bisogna, secondo Pistoletto, lavorare per arrivare al terzo stadio: quello nel quale scienza e tecnica ci aiutano a salvare la natura e l’umanità.

Dopo aver scoperto il significato dietro l’opera, è tempo di scoprirne la storia. La Mela viene posta in Piazza Duomo per l’apertura di Expo2015 ma in vesti completamente diverse: la scultura era infatti rivestita da un manto erboso naturale. La sua collocazione attuale è invece in Piazza Duca d’Aosta, davanti all’ingresso della Stazione Centrale, dove si trova dal 2016. Qui accoglie chi giunge a Milano e chi parte, diventando simbolo di un proposito aperto al futuro del mondo. L’opera è stata realizzata grazie alla collaborazione tra il Comune di Milano e il FAI.

Come raggiungere la scultura? La fermata della metropolitana più vicina è quella di Centrale FS (M2 e M3).